Piemonte

Storia e Tradizioni

La regione deve il nome al fatto di trovarsi “ai piedi dei monti”: le imponenti catene alpine accolgono rinomate località sciistiche quali Sestriere, Bardonecchia, Limone Piemonte. Il capoluogo, Torino, è una città d’arte barocca ricca di storia con uno dei musei egizi più importanti del mondo.

La prima parola che viene associata al Piemonte é la parola vino e non è un caso: la coltivazione della vite risale a tempi immemorabili e le qualità dei suoi prodotti è riconosciuta da sempre a livello mondiale. Il vino fa parte della sua cultura. I primi reperti che indicano la coltivazione della vite in questa regione risalgono agli inizi del IV millennio a.C (neolitico) con i ritrovamenti di polline a Casalnoceto e data la tendenza della vite ad avere una limitata diffusione di polline, questa potrebbe essere la prova che già in quell’ epoca la diffusione della vite fosse consistente. Non è certo che questi reperti indichino una vera coltivazione della vite, ma visti gli eventi successivi lo si ritiene molto probabile. Vi sono stati ritrovamenti risalenti al XIV – XIII secolo a.C ad Alba (media età del bronzo) ed è stato trovato un vinacciolo a Vislavio risalente al X – IX secolo a.C. Vi sono dati successivi che attestano l’ attività del commercio dei vini sin dall’ epoca preromana. Che la viticultura piemontese fosse già sviluppata prima dell’arrivo dei romani in questi territori, può essere confermata dall’ uso, per il mantenimento e trasporto del vino, delle botti di legno. Le botti erano estranee alla pratica enologica greca e del centro italia, infatti gli antichi testi cominciano a citarle solo in riferimento ai territori della Gallia Cisalpina.

Il Piemonte è terra di Vino fino dalla notte dei tempi. Il mondo intero ha imparato a conoscere i grandi vini piemontesi: i Rossi sontuosi e ricercati (Barolo, Barbaresco, Gattinara, Barbera …) i Bianchi rotondi e profumati (Erbaluce, Roero Arneis, Gavi, Cortese …), i Vini da dessert e da conversazione, amabili e invitanti (Asti Spumante, Bracchetto, Moscato d’Asti, Malvasia, Caluso Passito …), per un magico connubio con le specialità della cucina piemontese.

Il vino è un patrimonio unico che fa del Piemonte una straordinaria area d’eccellenza a livello mondiale, un prodotto che si differenzia per le diverse caratteristiche climatiche e di coltivazione che interessano la nostra regione. Da questi aspetti derivano le caratteristiche che conferiscono al vino piemontese le peculiarità che lo rendono unico. In Piemonte si producono media-mente, ogni anno, circa 6 milioni di quintali di uva che viene interamente trasformata in vino, in quantità che varia da 3,5 a 4 milioni di ettolitri.

Volendo delineare un sintetico profilo della realtà vitivinicola piemontese occorre, innanzi tutto, sottolineare che si tratta di una viticoltura di collina che, proprio per questo dato oggettivo ineludibile, produce a costi alti, in quantità contenute e con uno straordinario potenziale qualitativo che connota il Piemonte come una tra le regioni leader dell’enologia italiana. Il ventaglio dell’offerta piemontese di qualità copre più del 90% della produzione e comprende più di 40 vini a denominazione d’origine controllata (d.o.c.) e ben 8 a denominazione d’origine controllata e garantita (d.o.c.g):

Visitiamo il territorio e le sue produzioni:

Se si osserva la carta delle aree viticole piemontesi appare evidente come esista un vero e proprio “cuore” viticolo ritagliato a cavallo delle province di Cuneo, Asti e Alessandria, intorno a cui gravitano altre realtà nella provincia di Torino, di Novara e di Vercelli. Al di là delle suddivisioni amministrative si individuano 19 aree di produzione.

Le Langhe (Bassa Langa, Alta Langa , Langa Astigiana), forse la più nota tra le zone collinari, si stendono lungo la sponda destra del Tanaro. La forte specializzazione viticola conferisce a questi territori un particolare fascino visivo che ne fa anche motivo di attrazione turistica. Ben il 70% della produzione è rappresentato da vini a d.o.c.. Vengono prodotti Nebbiolo d’Alba, Barbaresco, Barolo, Dolcetto d’Alba, Dolcetto di Diano, Dolcetto di Dogliani, Dolcetto delle Langhe Monregalesi, Moscato d’Asti e Barbera d’Alba.

Al di là del Tanaro, lungo la sua sponda sinistra, si trova il Roero che comprende 23 comuni cuneesi e il comune di Cisterna d’Asti. Il Roero è un territorio che negli ultimi anni sta elegantemente rafforzando la sua immagine puntando su un rapporto sinergico tra la bellezza del paesaggio e la bontà dei suoi prodotti, in primo luogo, anche in questo caso, i vini: Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba, Roero e Roero Arneis sono le d.o.c. di quest’area. Come per le Langhe anche qui l’incidenza percentuale dei vigneti a d.o.c. è elevata.

Passiamo ora al Monferrato Astigiano (Basso Monferrato d’asti) che comprende tutti i comuni della provincia di Asti. E l’area che dà il maggiore contributo produttivo. Da questa zona provengono Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Moscato d’Asti, Asti spumante, Cortese, Brachetto d’Acqui, Malvasia di Casorzo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Ruchè di Castagnole Monferrato.

Il Monferrato Casalese si sviluppa intorno alla città di Casale e comprende 49 paesi dove i vigneti producono uve per Barbera del Monferrato, Grignolino del Monferrato Casalese, Gabiano, Rubino di Cantavenna, Malvasia di Casorzo. Circa un quarto della produzione di vino in quest’area sono a d.o.c..

Ai confini con la Lombardia e con l’Oltrepo’ pavese troviamo i Colli Tortonesi, che comprendono trenta comuni alessandrini. Le d.o.c. riconosciute sono due, entrambe con la denominazione Colli Tortonesi, l’una derivante da vitigno rosso Barbera e l’altra da vitigno bianco Cortese. Quasi la totalità della produzione e derivata dal vitigno Barbera.

L’Alto Monferrato (Alto Monferrato d’Asti, Monferrato d’Acqui e Ovada, Colline Torinesi) si può identificare con il territorio,prevalentemente collinare, di 59 comuni gravitanti intorno ai due centri maggiori di Acqui Terme e di Ovada. Le d.o.c. di quest’area viticola sono sette e precisamente: Barbera del Monferrato, Cortese del l’Alto Monferrato, Grignolino d’Asti, Brachetto d’Acqui, Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Ovada, Moscato d’Asti. Da segnalare nella zona il Comune di Moncucco Torinese (AT), polo principale di una piccola area che comprende 12 comuni della collina torinese noti, soprattutto, per la produzione del Freisa e del Malvasia.

Proseguiamo con l’area del Canavese e il comune di Carema, ai confini con la Valle d’Aosta dove si producono l’omonimo Carema e l’Erbaluce di Caluso. L’incidenza delle d.o.c. sul totale dei vini prodotti è qui alquanto modesta.

A Ovest delle Laghe troviamo produzioni di Rossi e Rosati delle aree Val di Susa, Pinerolese e Colline Saluzzesi. Infine l’area del Piemonte settentrionale con vini provenienti dal Vitigno Nebbiolo, comprendente i territori collinari delle province di Novara (Colli Novaresi) con i Vini che si identificano con il nome del comune di produzione Boca, Fara, Ghemme, Sizzano e le aree del Vercellese con Gattinara(D.O.C.G.) e Biellese con Lessona.